Sterilizzazione, un semplice gesto contro malattie e randagismo
Settantamila potenziali randagi in soli sei : ogni cane o gatto non sterilizzato è infatti in grado di dare origine esponenzialmente ad un così cospicuo numero di discendenti in poco più di un lustro. L’impressionante dato che circola in Rete non fa che confermare l’esigenza di diffondere una “cultura della sterilizzazione” a tutela della convivenza tra animali e popolazione umana. Prassi che da anni non è più solo un auspicio ma un vero e proprio obbligo di legge per Ausl e Comuni: la Finanziaria 2008 ha infatti integrato la legge quadro sulla protezione degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo (n.281/91) imponendo ai Comuni di “provvedere prioritariamente ad attuare piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione” e, di conseguenza, destinando allo scopo precise quote di budget.
Faenza non fa eccezione: grazie alla collaborazione tra Enpa, Ausl e Comune la sterilizzazione finalizzata a limitare il randagismo ha permesso negli anni di gestire al meglio la popolazione animale, evitando fenomeni di proliferazione incontrollata. Esempio ne sono le colonie feline che Enpa segue sul territorio: ben 380 gatti sterilizzati e costantemente nutriti e monitorati. Ma non solo: «Nei primi nove mesi del 2013 - raccontano i referenti Enpa - abbiamo sterilizzato e rimesso in libertà tantissimi gatti senza casa per evitare l’invasione dei randagi. La collaborazione con l’Ausl, soprattutto grazie al medico veterinario Sara Giovannini, è rodata e molto efficiente». Agli animali sterilizzati e rimessi in libertà viene fatta un mini incisione indolore all’orecchio, per renderli riconoscibili e non correre il rischio di “ricatturarli” nuovamente.
E’ però necessario che anche i privati possessori di animali da compagnia adottino questo provvedimento - indolore e senza conseguenze per il benessere degli animali - per evitare di dover poi gestire intere cucciolate che non si è in grado di ospitare: troppo spesso, infatti, le gravidanze “casalinghe” finiscono per alimentare, seppur indirettamente, la schiera di cani e gatti senza dimora.
«Come Enpa e Comune – concludono i responsabili – facciamo davvero un appello alla coscienza di tutti: chi ancora non ha sterilizzato il proprio animale provveda a questo semplice gesto che giova sia alla salute di cani e gatti che alla qualità della vita in campagna e in città, evitando di incrementare la schiera degli sfortunati randagi».
I benefici per la salute
Gli studi dimostrano come cani e gatti sterilizzati godano di ottima salute psico-fisica e di un’eccellente aspettativa di vita, eppure c’è ancora chi percepisce la sterilizzazione come una sorta di menomazione dolorosa o invalidante per il proprio amico a quattro zampe. La sterilizzazione, invece, non solo garantisce dal rischio di riproduzione incontrollata, ma riduce sensibilmente, fin quasi ad azzerarlo, il rischio di contrarre malattie come tumore alla mammella e piometra, una patologia causata dalla degenerazione del tessuto uterino. Una volta operato il proprio animale, quante cure richiede la fase post operatoria? «Per i gatti possono volerci 24-48 ore di prudenza, in cui è necessario solo controllare che l’animale non effettui movimenti complessi che potrebbero danneggiare la sutura. Per le cagne l’anestesia è più complessa, perciò è necessario un controllo periodico dal medico ogni 2-3 giorni, fino alla rimozione dei punti 8-10 giorni dopo l’intervento. Durante questo periodo è indispensabile tenere a freno il cane tramite guinzaglio quando si è all’esterno, per evitarne l’eccessivo movimento».